tratto dall’ultima pagina
“L’idea di potenziale in evoluzione si coniuga con una prassi dell’evoluzione del potenziale: libertà intellettuale e sicurezza psicologica ovvero la complessità emotiva della persona APC.
Il sapere, la conoscenza esistono nelle risorse materiali e umane che la persona utilizza, non sono unicamente nella sua mente. Ogni concetto che fa parte del sapere porta con sé implicazioni importanti per l’apprendimento, perché concepisce le discipline come parte di una cultura.
Cosa significa imparare? Come posso aver fiducia in un processo di apprendimento se non so a cosa servirà? Quale posto avrò, mi sarà riconosciuto il diritto alla parola, all’ascolto e all’errore? Queste e altre domande sono centrali nel processo di insegnamento/apprendimento.
La risposta a questi quesiti interiori assicurano la libertà intellettuale e la sicurezza psicologica. Il processo cognitivo nasce negli spazi relazionali che lo rendono possibile. La misura del potenziale è quindi un punto di partenza dal quale iniziare a ragionare per comprendere come si esprime nel bambino o il ragazzo. Successivamente si considerano e organizzano le proposte per l’intervento quotidiano, sia familiare che scolastico.Vogliamo creare delle Zone Prossimali di Sviluppo: stabilire, creare, organizzare, perseguire obiettivi raggiungibili, tracciare direzioni di sviluppo del potenziale organizzando e/o offrendo degli spazi di relazione, affinché queste ZPS possano attivarsi e generare il nuovo.
L’insegnamento è un’azione socio-cognitiva.
L’insegnamento è un accompagnamento (socio) di uno “strumentario” (cognitivo) intellettuale e disciplinare.”
In vendita presso il sottoscritto.
Giovanni Galli
ABC per l’APC 2.0

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Una barriera sistemica alla realizzazione dell’alto potenziale APC.
Siamo passati da una scuola fondata sull’“architettura lineare” a una società che stimola un “funzionamento reticolare visivo”. Il compito della scuola non è quello di scegliere tra i due, ma di fiondarsi nella modernità: custodire le abilità sequenziali e, al tempo stesso, valorizzare i nuovi stili visuo-spaziali, così da offrire agli studenti – e ai plusdotati in particolare – un ambiente di apprendimento all’altezza della complessità contemporanea.

Intelligenza artificiale e plusdotazione.
Le tecnologie intelligenti (o meno), infatti, non offrono soltanto risposte più rapide, ma modificano la struttura stessa dell’apprendimento: diventano ambienti di pensiero, spazi in cui gli studenti possono porre domande, generare alternative, collegare concetti distanti.