Alto potenziale cognitivo, plusdotazione: la questione dell’ordine e del disordine.

Giovanni Galli, settembre 2021I

Il banco scolastico è inguardabile? Ciò può rappresentare un problema: ma quale problema? e di chi e per chi? 
La scrivania a casa e la stanzetta sono disseminati di effetti personali. Quale tipo di problema comporta? Che è inguardabile, che devo pulire la stanza, o che il disordine è pure operativo? cioè il giovane non sa più ritrovare i suoi utensili di lavoro e di ragionamento?
Il problema dell’ordine oltre il suo aspetto sociale ha un aspetto operativo. Cioè gestire un flusso di informazioni in maniera efficace ed utile. 
Va oltretutto declinato sotto un aspetto operatorio. Cioè attivare processi di categorizzazione e organizzazione del pensiero.

Posizioni del problema.

1) Pensando alla stanzetta, comprendiamo che non è possibile parlare di ordine e disordine come a qualcosa di statico, univoco, definito una volta per tutte. Come se si trattasse di un protocollo lineare, unico, stabile, ripetibile, comunque, ovunque.

Quante volte sentiamo il genitore lamentarsi del disordine del figlio: la stanza disseminata di oggetti, vestiti per terra, la scrivania ricolma di cose.
Oppure il docente che segnala le mancanze rispetto la gestione del materiale scolastico, l’astuccio e/o il banco disordinato, la dimenticanza dei compiti eccetera.

2) Quando parliamo del disordine, piuttosto, dobbiamo pensare all’ordinare e al disordinare. Penseremo a chi deve fare ordine (giovane, genitore, docente) e del tipo di ordine da fare (modello).
Un po’ come giocare alle carte. Bisogna conoscerle tutte. Il loro seme e il loro valore. 
Ma poi bisogna giocarle. Soprattutto bisogna conoscere le regole del gioco.
Ed il gioco non corrisponde alle carte. Ogni partita è differente. Poi c’è l’esperienza, la pratica.
Insomma ripetiamolo: bisogna conoscere le regole dell’ordinare.

3) In un anno, quante volte abbiamo dovuto fare ordine? Potremmo scriverne e parlarne per ore, magari settimane. 
In verità attorno alla questione dell’ordine e del disordine, della baraonda nella stanza, c’è tutta la questione della costruzione del pensiero scientifico. Attorno al “banale” mettere a posto la scrivania, l’armadio dei vestiti, c’è lo sviluppo di molte competenze, concetti, saper fare. Competenze, concetti, saper fare, che sono connessi allo sviluppo del pensiero, alla sua evoluzione, alle sue tappe.
Mettere a posto l’armadio dei vestiti è connesso allo sviluppo categoriale. L’armadio è un oggetto che propone, induce un ordine, secondo categorie specifiche. L’armadio può essere una illustrazione delle abilità categoriali.

4) Ecco che la questione dell’ordinare raggiunge una sua tempistica cognitiva. 
Oltrepassata la reazione percettiva “ma che disordine”, si raggiunge una questione operativa, il disordine dei pensieri e delle conoscenze “mi sfugge un pensiero”, “non so come spiegarlo”, “ho il pensiero annebbiato”. Infine raggiungiamo una questione operatoria: non possiedo la competenza cognitiva, non ho ancora acquisito le strutture logiche necessarie del pensiero (in seguito vedremo come le abilità di ragionamento seguono delle tappe).

Cioè: dobbiamo passare dal contesto “strutturale” (immagine, percezione, gestalt del disordine, ciò che vedo) ad un aspetto costruttivista: sapere, scoprire ed implementare quali sono le tappe di costruzione di un ordine.

4) Ebbene, dalla questione del disordine della stanza discendiamo verso l’ordine categoriale, verso l’ordine del pensiero …
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