Primo
Le discrepanze di sviluppo (o squilibrio, o dis-sincronie, come vogliamo chiamarle) rappresentano il centro del vissuto di un soggetto APC, un ganglio vitale nel rapporto con sé stesso e con l’ambiente.
Con dis-sincronia, o discrepanza di sviluppo lo sviluppo a-sincronico delle varie competenze di un soggetto. Trattasi quindi di uno sviluppo a tempi e ritmi differenziati, di uno sviluppo poco omogeneo delle varie competenze.
Ciò significa che sviluppo cognitivo, sviluppo motorio, sviluppo affettivo, avvengono in maniera a-sincrona, cioè non contemporaneamente.
A ciò poi vanno aggiunti le discrepanze specifiche dei soggetti APC, quali appaiono nei profili e test cognitivi (discrepanza fra competenza cognitiva e competenza esecutiva).
Lo sviluppo a-sincrono e precoce ci devono condurre a distinguere fra: dis-sincronia interna (di sviluppo) e dis-sincronia esterna (o sociale).
Con la prima ci si riferisce al soggetto e alle differenti fasi di sviluppo della sua persona, con riferimento agli sviluppi intellettivo, affettivo e corporeo-somatico. Quindi:
- dis-sincronia fra intelligenza e motricità,
- dis-sincronia fra differenti settori dello sviluppo intellettuale,
- dis-sincronia fra intelligenza ed emotività-affettività.
Con la seconda, ci riferiamo ad alcune discrepanze fra realtà, bisogni e necessità del soggetto APC, con l’offerta che l’ambiente offre. Un distacco fra bisogno e risposta:
- distanza in rapporto alla scuola,
- distanza in rapporto ai genitori,
- distanza in rapporto agli altri compagni.
La dis-sincronia fra intelligenza e motricità indica la maggiore maturità cognitiva rispetto quella corporea (una grande mente in un corpo piccolo).
La dis-sincronia fra differenti settori dello sviluppo intellettuale indica lo sviluppo differenziato fra varie competenze. Esempio: saper leggere, ma non calcolare o scrivere, oppure riuscire cose difficili ma non quelle facili.
La dis-sincronia fra intelligenza ed affettività indica l’accesso ad informazioni ansiogene (l’interesse per i temi fondamentali) e l’immaturità personale (mancanza di esperienza e di controllo).
A ben fare bisognerebbe anche considerare le abilità linguistiche.
Secondo
La variabilità cognitiva misurata con i test cognitivi, (esempio la scala WISC-IV) ci indica una forte variabilità del profilo APC (vedi: G. Galli,
Differenze INTRA individuali e differenze INTRA individuali alla prova WISC-IV di 30 giovani Gifted)
Il profilo WISC in 80 giovani APC
Certamente, ci sono profili cognitivamente omogenei, ma la variabilità è importante e la discrepanza rappresenta la tendenza preponderante nel profilo APC.
La dis-sincronia (o squilibrio, o discrepanza, come vogliamo chiamarla) rappresenta quindi il centro del vissuto di un soggetto APC, un ganglio vitale nel rapporto con sé stesso e con l’ambiente.
Terzo
A bene considerare le necessità di crescita di un ragazzo APC, in un contesto educativo bisogna bene valutare il rapporto che c’è:
- fra i vari tipi di competenze in gioco (cognitive, esecutive, motorie, affettive),
- fra richiesta (cioè bisogno del soggetto) ed offerta dell’ambiente,
perché qualsiasi esperienza rischia di cozzare con delle dis-sincronie. Quindi con aspetti emotivi reattivi.
Semplificando:
– le discrepanze interne generano la fragilità APC: il suo “dare giù di testa” manifesta la sua rabbiosa incredulità dirimpetto i suoi insuccessi, l’autostima bassa, gli sbalzi di produzione,
– le discrepanze esterne sfociano nella noia, nel disinteresse, nei comportamenti “disturbanti “nell’apatia, nel ritiro sociale.
Come vediamo, molte sono le ragioni, le condizioni, le spinte, che sollecitano oltremodo l’emotività dell’APC. Con la definzione di “immaturità” si liquida troppo facilmente la sua realtà interiore.
Io non so se gli APC sono più fragili emotivamente degli altri; se sono più infiammabili; o se la loro emotività deve semplicemente sopportare un carico superiore agli altri, visto che deve costantemente vivere uno squilibrio, cioè una compromissione delle normali ed abituali esperienze psichiche e mentali.
Vi è una parte di persone che considera che il pludotato senza condizioni associate (quali un DSA, ADHD; Asperger) non abbia o non comporti problemi.
Di converso affermano che se ci sono problematiche sociali, emotive e quant’altro, allora il soggetto non è “solamente” APC, ma un 2E.
Cio è fuorviante, non è necessario essere DSA, ADHD, Asperger per vivere con dolore la propria realtà interiore e sociale.
Quando “a prescindere” si considera il giovane plus dotato come soggetto bene adattato ed equilibrato, senza problematiche interiori, non si fa l’economia delle discrepanze di sviluppo, dimenticandole o denegandole.
Quarto
Reazioni internalizzanti o esternalizzanti? Il deficit di autostima può portare a reazioni su vari registri:
- sul registro personale: con una autosvalutazione ed inibizione, con tristezza, somatizzazione, depressioni;
- sul registro operativo: con deficit di iniziativa, di decisione, di motivazione, con scoraggiamento ed inibizione dell’azione;
- sul registro relazionale: con aggressività e violenza, o con influenzabilità, marginalizzazione, vittimismo.