Tag: iper adattamento
Metodi di studio e plusdotazione
Con un ragazzo APC bisogna ricordare che la memoria semantica, legata alle idee è la più formativa. Ciò significa che è meglio registrare il senso, più che le parole. In genere la memoria lessicale non pone problema.
La memoria di lavoro va liberata,
“Perché guardi fuori dalla finestra invece di ascoltare? testone!”
Ripetere … ebbene vi sono varie funzioni del ripetere.
C’è un ripetere per così dire positivo e un altro molto negativo.
Mica tutto ciò che è meccanizzato è negativo.
La ripetizione serve a consolidarsi, a rinforzarsi e ritrovarsi, confermando le immagini del mondo e di sé. La ripetizione è rassicurante. Ha una funzione adattativa.
Poi però c’è una ripetizione che assume una forma coattiva. Una ripetizione che non è più una forma adattativa. Una ripetizione che non ha più una funzione di apprendimento e crescita.
Sublimazione ed aggressività
Il problema dell’integrazione dell’aggressività è un altro elemento importante nella problematica del ragazzo ad alto potenziale cognitivo. L’attività intellettuale molto precoce può favorire una rimozione delle tendenze aggressive.
Il desiderio di sapere permette loro una migliore uscita dalle pulsioni aggressive grazie alle sublimazioni.
Il falso sé e gli APC.
E. Levin (2010) ci rende attenti a ciò che chiama la “funzione dell’amico”.
La funzione dell’amico nell’infanzia svolge un ruolo fondamentale in tutte le acquisizioni infantili, soprattutto nell’esperienza del bambino e nella “plasticità simbolica”.
Costruire il pensiero con questo altro simile è essenziale.
L’idea è che questi bambini, durante la loro infanzia, debbano stabilire e vivere un legame sociale, molto più produttivo della generale esperienza degli altri. Ben intesi, la posta in gioco non è il plusdotato o la plusdotazione, ma il rapporto con gli altri, vale a dire ciò che accade “tra due” soggetti, e l’esperienza che lì si può vivere in relazione al desiderio e allo sviluppo infantile.
Nel mondo globale di oggi, sicuramente la scuola ha un ruolo centrale di strutturazione del legame sociale, ben al di là di un luogo di conoscenza e di apprendimento.
Plusdotazione a scuola
Non è accettabile che degli allievi siano condotti a una situazione di insuccesso e di sofferenza. Non è accettabile attendere eventuali segni di sofferenza per calarci sul bisogno ed il riconoscimento di questi ragazzi.
I ragazzi plusdotati hanno bisogno di: essere riconosciuti, e ciò in maniera preventiva, di essere stimolati (motivati) e di godere di un equilibrio psico effettivo e sociale (la scuola deve compensare l’isolamento al quale questi ragazzi giungono).