Principi per una pedagogia per l’APC (plusdotazione)

Giovanni Galli, psicologo, psicopedagogista specializzato in APC (plusdotazione)

1° settembre 2019

A richiesta di alcuni docenti riassumo alcuni principi per una pedagogia con gli APC.

1) In tema APC, le metodologie pedagogiche indicano l’impostazione generale: nell’arricchimento, nell’accelerazione ed nell’ approfondimento del curricolo

L’accelerazione consiste nel fornire un programma più avanzato, accelerato, eliminando le ripetizioni inutili. L’accelerazione consiste nel dare allo studente una formazione (programma) più avanzata, in base alle sue esigenze d’apprendimento. Vedasi anche la “compattazione”.
C’è accelerazione quando l’insegnante presenta o permette allo studente un ulteriore programma di studi, quando si salta un anno scolastico o quando si seguono corsi specifici a un livello superiore.
Gli studenti possono seguire dei corsi accelerati, per anno scolastico (salto) o per un argomento. In quest’ultimo caso, un allievo potrebbe seguire dei corsi di matematica ad un livello più avanzato e, per esempio, una lingua straniera al livello appropriato per la sue competenze.

L’arricchimento permette di mantenere alta la motivazione impegnando il ragazzo nelle attività complementari, magari creative ed espressive, che possono interessare il programma.
L’arricchimento permette all’allievo di affrontare e scoprire nuove conoscenze che non sono date nel normale curricolo. Eccone alcune fra altre innumerevoli: puzzle matematici, letture tematiche, visione di filmati, giochi al computer, giochi creativi o logici, rally matematici, parole crociate, ricerche, ricerca di sinonimi, attività che fanno appello alla riflessione creativa, attività che fanno appello a competenze di ricerca, creazione di giochi, diario personale, realizzazione di fumetti, giornale di classe, esperienze scientifiche, inchieste, presentazioni ricerche, partecipazione a un gruppo esterno, astronomia, yoga, eccetera.

L’approfondimento ha una doppia valenza.
Può essere svolto affrontando tematiche in maniera più ricercata, oppure dando forma al proprio modo di lavorare, aiutando l’allievo a comprendere il proprio modo di fare, di studiare e di relazionarsi. 

Nel primo caso si tratta di approfondire una tematica. 
Per esempio la classe tratta delle 12 fatiche di Ercole? Ebbene il ragazzo APC affronterà il tema con letture più complesse, e domande correlate:
La classe tratta del sistema numerico? Il ragazzo approfondirà le scritture numeriche non arabiche o altre unità di misura (yarde, galloni, once, miglio, miglio marino, piedi, numeri romani, eccetera).
La classe impara l’algoritmo della moltiplicazione scritta? Il ragazzo APC scoprirà altri algoritmi non convenzionali …

Nel secondo caso si indica la scoperta del proprio modo di fare, di studiare; siamo quindi nell’ambito metacognitivo, dei gesti mentali, della scoperta e gestione delle proprie modalità (efficaci o inefficaci) di apprendimento.

2) Nei progetti pedagogici (PdP, PeP, PiP), come nella successione dei contratti didattici, è auspicabile l’equilibrio tra accelerazione, arricchimento ed approfondimento.
Bisogna permettere all’allievo di riuscire a scuola, come si può favorire il plusdotato nello sviluppo di un migliore controllo delle proprie funzioni esecutive.

Si corrono dei rischi adottando programmi esclusivi, “monorotaia”. Programmi basati esclusivamente sull’accelerazione, o sull’arricchimento enciclopedico. 
Purtroppo nel contesto dello studio sistematico e dell’apprendimento scolasticociò che prevale possono essere gli aspetti gestionali ed esecutivi, il rispetto metodico delle direttive pedagogiche e le scelte didattiche standard. Ciò può essere fonte di grandi frustrazioni per  un plusdotato, specie se le attività sono troppo ripetitive e troppo facili. Ciò non attiva le competenze strumentali ed esecutive e quindi paradossalmente non le rinforza. 

Le funzioni esecutive fragilizzate in tanti APC sono: l’inibizione, la pianificazione, la flessibilità, l’attenzione diretta.

Se il programma scolastico è troppo facile e lento, l’allievo APC rischia di perdere motivazione, attenzione e concentrazione.
Non prestare ascolto, rifiutare talune attività, od eseguirle male o con tempi biblici, sono solo una conseguenza della demotivazione, come rischiare di perdere degli spezzoni di insegnamento, qualora il giovane dovesse demotivarsi ed abituarsi a portare poco ascolto.

3) Facciamo un esempio. Trattasi di bimbo di terza elementare disgrafico: il bimbo è interessato all’anatomia. Vengono proposti corsi di biologia, anatomia eccetera (= arricchimento). Legge schede e risponde a domande a scelta multipla. Frequenta corsi di grado (classe) superiore.

– Prima domanda: quale appartenenza gruppale costruisce? È opportuna questa appartenenza?
– Seconda domanda: deve essere esentato dalle elaborazioni personali?Considerata la disprassia, queste possono essere svolte con mezzi non convenzionali quali il computer, mappe mentali, diaporama, modelli 3D, eccetera? Vale a dire questo suo stare nel PeP deve essere tutto preso dall’arricchimento enciclopedico? Oppure diamo spazio all’elaborazione di una comunicazione?
– Terza domanda: le difficoltà di inibizione e di pianificazione vanno affrontate?

Ad ognuno la sua risposta.

4) Una pedagogia per gli APC dovrebbe poi potere investire i due emisferi. Vedasi: Una pedagogia per il potenziale (https://www.slideshare.net/GiovanniSilvioEnrico/una-pedagogia-per-il-potenziale)

5) Un approccio basato sull’approccio de la Garanderie è sicuramente utile, basandosi sui “gesti mentali”. Propone una pedagogia come “fenomenologia degli atti di conoscenza”. La conoscenza e la padronanza degli atti mentali, cioè sapere come funziono e imparare a funzionare in maniera efficace, essere consapevoli del proprio metodo di apprendimento …

6) Infine bisogna considerare la pedagogia per progetti, fondamentale!

Questa la mia bibliografia ristretta

  • Mari Barth B., L’apprentissage de l’abstraction, méthodes pour une meilleure réussite de l’école, Paris, Retz, 1987
  • Mari Barth B., Le savoir en construction, Paris, Retz, 2002
  • De Bono E., Sei cappelli per pensare. Manuale pratico per ragionare con creatività ed efficacia, Milano, BUR, 1997
  • Buzan T., Mappe mentaliCome utilizzare il più potente strumento di accesso alle straordinarie capacità del cervello per pensare, creare, studiare, organizzare…, Roberti, 2008.
  • Carletti A., Varan A., Didattica costruttivista. Dalle teorie alla pratica, Trento, Erikson, 2005
  • Cohen Y. E., Organizzare i gruppi cooperativi, Erickson, Trento 1999
  • Galli G., Sodi D., A che gioco giochiamo, https://giovannigalli-ch.com/wp-content/uploads/2019/02/A-che-gioco-giochiamo.pdf
  • Guilloux, RoselyneLes élèves à haut potentiel intellectuel, Retz 2018
  • Trocmé-Fabre H., Réinventer le métier d’apprendre, Paris, d’Organisation, 1999
  • Tuffabelli L., Ianes D., Formare una testa ben fatta. Edgar Morin entra in classe, Trento, Erikson, 2002
  • J. Maker, Discover, http://www.discover.arizona.edu/problem_solving.htm
  • J. Novak, L’apprendimento significativo. Le mappe concettuali per creare e usare la conoscenza, Trento, Erikson 2001,