La nostra prassi nell’Alto Potenziale Cognitivo: espressione di sé tra il possibile e il necessario

La nostra idea dell’alto potenziale cognitivo (plusdotazione) è un’idea evolutiva.
Consideriamo “il potenziale” come processo e in quanto tale può essergli dato impulso e direzione.
Nella prospettiva evolutiva essere ad Alto Potenziale Cognitivo:

  • si manifesta come attitudine generale, ma anche come competenza in specifici contesti. Ad esempio lettura precoce, conoscenze enciclopediche, sensibilità, creatività;
  • è osservabile in maniera ripetuta, vale a dire che non è l’esito di un singolo exploit;
  • richiede spesso dei mediatori per realizzare e trasformare il potenziale in “prodotti finiti” intesi come frutto di una pratica deliberata;
  • è caratterizzato da discrepanze di sviluppo e quindi la persona è suscettibile di sviluppare problematiche di crescita;
  • implica che quando il potenziale non è coltivato o condotto, la persona può arrivare a smarrire la consapevolezza delle proprie capacità, dubitando di se stessa e confondendo il senso della propria identità

Uno dei fenomeni evidenti nel bambino APC è la presenza di varie asincronie nel proprio sviluppo. Diverse sono le discrepanze, interne od esterne, che possono concorrere a frenare od ostacolare l’espressione dell’Alto Potenziale Cognitivo.

Generalmente si osservano:

  • asincronia fra le aree cognitiva e motoria – precocità nell’area cognitiva che non va di pari passo con lo sviluppo della motricità;
  • asincronia fra aspetti diversi dell’area cognitiva – precocità solo in alcuni aspetti dell’area cognitiva, mentre altri seguono un ritmo normale;
  • asincronia fra le aree cognitiva ed emotiva – precocità nell’area cognitiva che non si accompagna ad un equivalente sviluppo nell’area emotiva;
  • asincronia fra bisogni del bambino/ragazzo e risposte dell’ambiente sia familiare che scolastico ed extrascolastico.

I bambini crescono e il potenziale si sviluppa insieme a loro, nel senso che va esprimendosi in nuove forme e diverse modalità attraverso le esperienze di vita.

Il potenziale germina nello spazio della relazione con se stessi e fra se stessi e gli altri.
Il potenziale è una possibilità che ha bisogno del nutrimento che viene dal mondo, dalle relazioni, dalle conoscenze disponibili, dalle altre persone e dal poter immaginare ciò che ancora non esiste.

Lo sviluppo e la manifestazione del potenziale in una vera e propria capacità, così come lo sviluppo del potenziale in una vera e propria felicità, dipendono quindi da condizioni che aiutino e supportino il bambino, e poi il ragazzo, sulla strada della scoperta e realizzazione di sé in relazione con gli altri.
L’identificazione dell’Alto Potenziale Cognitivo ha come obiettivo quello di proporre ed organizzare i bisogni e le specificità educative necessarie allo sviluppo armonico del bambino e del ragazzo lavorando sulle discrepanze/asincronie per fornire gli strumenti necessari alla persona a raggiungere la propria realizzazione.

In contesti evolutivi, come la famiglia e la scuola, le competenze sociali ed emotive sono essenziali per sostenere il processo di realizzazione della persona col suo potenziale.
Il contesto che accoglie il bambino e il ragazzo APC può essere:

  • facilitante: ti riconosco, ti sostengo, permetto al tuo potenziale di esprimersi, riconosco l’apporto che il tuo modo di essere ha per l’intera classe;
  • castrante: devi adattarti, essere come gli altri, non uscire dal seminato;
  • indifferente/negazionista: sei come gli altri, non mostri nulla di diverso, come chiunque hai punti di forza, ma anche carenze.

Le competenze sociali ed emotive essenziali ad uno sviluppo armonico includono quelle relative ai contesti frequentati da bambini e ragazzi ad Alto Potenziale Cognitivo.
Le figure professionali che si interfacciano con loro devono individuare e trasformare le proprie osservazioni, utilizzandole per far emergere modalità di intervento finalizzate allo sviluppo di competenze cognitive, relazionali e strumentali.
L’educazione, l’istruzione, la didattica sono fra i processi di trasformazione e realizzazione del potenziale in forme condivise e condivisibili e sono essenziali per la conoscenza di sé, l’autostima e la socializzazione della persona ad Alto Potenziale Cognitivo.

Sostengono la realizzazione dello studente APC:

  • il coaching ovvero supporto attivo da parte di adulti nella realizzazione di obiettivi;
  • le pratiche e i progetti deliberati. Avere obiettivi, sostenerli nella loro realizzazione;
  • le reti di appoggio. Gruppi di lavoro condiviso fra figure professionali diverse e complementari;
  • il sostegno da parte degli insegnanti. Essere guardati e visti per ciò che si è;
  • contesti che offrano appoggio, capaci di organizzare interventi preventivi e progetti che siano pianificati e monitorati nel medio e lungo periodo;
  • fondamentale è sostenere la motivazione dello studente e intervenire se viene meno.

La buona volontà dell’insegnante non è sufficiente. L’improvvisazione vale per un momento. Tutto l’insegnamento rivolto allo studente ad Alto Potenziale Cognitivo deve essere basato sull’impegno che deriva dal sapere con chi e cosa si ha a che fare e deve essere una pratica deliberata, attiva, disegnata e programmata appositamente.

Sostengono la realizzazione del figlio APC:

  • accettazione che APC è un modo di essere e che può esprimersi anche nel non fare;
  • comprensione di come il potenziale si manifesta in quella singola persona, evitando modelli e stereotipi;
  • essere flessibili: il genitore si relaziona con un figlio che esprime aspetti propri dell’età cronologica e altri legati ad un età mentale avanzata;
  • le reti di appoggio, come gruppi di famiglie e incontri con altri bambini e ragazzi APC;
  • aiutarlo a comprendere il proprio modo di essere e come sia possibile convivere armonicamente con i pari pur nella diversità;
  • lasciar esprimere il potenziale.

Il figlio APC propone sfide quotidiane e chiede da parte dell’adulto flessibilità, affinché possa essere accompagnato senza che la relazione si spezzi. Saperlo APC non può diventare un alibi a qualsiasi comportamento, né la facile spiegazione di fronte a qualsiasi disagio.

L’idea di potenziale in evoluzione si coniuga con una prassi dell’evoluzione del potenziale: libertà intellettuale e sicurezza psicologica ovvero la complessità emotiva della persona APC.
Il sapere, la conoscenza esistono nelle risorse materiali e umane che la persona utilizza, non sono unicamente nella sua mente. Ogni concetto che fa parte del sapere porta con sé implicazioni importanti per l’apprendimento, perché concepisce le discipline come parte di una cultura.
Cosa significa imparare?
Come posso aver fiducia in un processo di apprendimento se non so a cosa servirà?
Quale posto avrò, mi sarà riconosciuto il diritto alla parola, all’ascolto e all’errore?
Queste e altre domande sono centrali nel processo di insegnamento/apprendimento.
La risposta a questi quesiti interiori assicurano la libertà intellettuale e la sicurezza psicologica. Il processo cognitivo nasce negli spazi relazionali che lo rendono possibile.
La misura del potenziale è quindi un punto di partenza dal quale iniziare a ragionare per comprendere come si esprime nel bambino o il ragazzo.
Successivamente si considerano e organizzano le proposte per l’intervento quotidiano, sia familiare che scolastico.
Vogliamo creare delle Zone Prossimali di Sviluppo: stabilire, creare, organizzare, perseguire obiettivi raggiungibili, tracciare direzioni di sviluppo del potenziale organizzando e/o offrendo degli spazi di relazione, affinché queste ZPS possano attivarsi e generare il nuovo.
L’insegnamento è un’azione socio-cognitiva, un accompagnamento di uno “strumentario” per lo sviluppo intellettuale e disciplinare.

Giovanni Galli psicologo, psicopedagogista

Chiara Dainese psicologa