Lo si sa: rispondere ad una domanda aperta, organizzare un pensiero, spiegare qualcosa, per un ragazzo APC può essere difficile.
Sono molte le descrizioni dei docenti tipo “Sa molte cose, ma poi quando si tratta di spiegare od eseguire sembra che non sappia più nulla”.
1) Ebbene, eseguire un puzzle di 1000 pezzi esige competenze organizzative maggiori e differenti, rispetto l’esecuzione di un puzzle di 10 pezzi. Per questo, ad un ragazzo APC, può risultare difficile spiegare una conoscenza, rispondere ad una domanda. Perché lui, invece di organizzare 10 tesserine, ne ha molte di più. Anzi magari gestisce contemporaneamente due puzzle mescolati fra loro (come mi é capitato di vedere) …
Se considerate poi il commento di una ragazza APC, a questa mia spiegazione del suo funzionamento cognitivo: “si ho capito, quindi si possono commettere molti più errori”, introduciamo il tema dell’ansia.
2) Questa cosa va tenuta debitamente in conto.
Per esempio quando, in sede diagnostica, lo psicologo immagina che il ragazzo APC debba pure essere precoce nelle acquisizioni operatorie, che so: nelle conservazioni della materia, delle lunghezze, oppure delle quantità, e quant’altro.
Invece no. Addirittura, considerata la gestione della quantità delle informazioni che deve attuare un ragazzo APC, possiamo attenderci ad una lentezza nella elaborazione di un nuovo pensiero.
O la pigrizia! Per realizzare un puzzle di 100 pezzi (anzichè 10) ci vuole una bella motivazione. “E chi me lo fa fare?”. Prima di dire che il ragazzo é pigro, forse vale la pena capire se è sufficientemente motivato!
Sappiamo che lo sviluppo operatorio si fa quando il ragazzo si stacca dal dato percettivo, per ragionare sulle proprie azioni. E cosa succede allora quando il dato percettivo è moltiplicato? Ci si può ben aspettare un momento di dubbio.
E’ quindi interessante scoprire (Planche e Gicquel 2001) che i ragazzi AP si differenziano dagli altri solo perla precocità alle prove di quantificazione delle probabilità, nella scala metrica EPL.
A ben pensare, non c’é da meravigliarsi: la quantificazione delle probabilità ha certamente a che fare col bisogno di organizzazione dei dati!
Per il resto le scale metriche dello sviluppo operatorio, quali l’EPL o l’UDN non indicano differenze significativedi sviluppo.
Se il ritmo di sviluppo sembra essere analogo alla popolazione standard, gli studi che si occupano di precocità e sviluppo del pensiero operatorio indicano piuttosto delle differenze funzionali: una volta raggiunta una nozione, la qualità del funzionamento dei soggetti precoci favorisce la rapidità nell’elaborazione delle nozioni, come una applicazione più sistematica e generalizzata.
Planche (2000) indica pure un ritmo inabitualmente rapido nell’acquisizione delle conservazioni e rappresentazioni spaziali, appena raggiunti i primi livelli.