Markus Mauchle e Norah Lambelet Krafft
association suisse des écoles à horaire continu
Traduzione di Gabriella Soldini
Uno dei pilastri della società democratica sono le pari opportunità nella formazione. Nuovi test comparativi su scala internazionale dei sistemi educativi (ad es. PISA) hanno dimostrato che non è sempre così e in questo campo la Svizzera ha palesato parecchi problemi. Le strutture diurne possono contribuire al miglioramento delle pari opportunità nella formazione per tutti i bambini.
Sviluppi attuali e futuri
In Svizzera l’assistenza agli allievi esiste ormai da decenni e, a seconda della regione, queste strutture
hanno denominazioni differenti: Tageshort, Tagesheim, Accueil Ecole à horaire continu, journée continue, structures d’accueil extra scolaires, doposcuola, ecc. In questo testo ci limiteremo ad illustrare le attività che si svolgono in stretta connessione con la scuola (scuola diurna) o che ne sono solo sintonizzate spazialmente e temporaneamente (struttura diurna).
La situazione attuale nella Volksschule della Svizzera tedesca
Le prime strutture diurne sono state create nelle città di Zurigo, Berna e Basilea negli anni Ottanta. Nei primi tempi erano integrate nella scuola, lavoravano secondo un concetto pedagogico integrato che prevedeva insegnamento e assistenza sotto un unico tetto. Tutti gli allievi prendevano parte al programma a tempo pieno. Contemporaneamente
erano state fondate anche strutture diurne su base volontaria, che cercavano di andare incontro alla richiesta di maggior flessibilità da parte dei genitori. L’argomento che,nmallora come oggi, ha favorito a livello politico la diffusione di queste strutture è stato quello dell’attività professionale delle madri. Pressanti sono state anche le richieste di parificazione nel mondo del lavoro, ma soprattutto le esigenze dell’economia, che abbisognava di forze lavorative qualificate. Ciò spiega anche la relativa stagnazione subentrata negli anni Novanta, quando la penuria di forza-lavoro non era più un tema centrale. Nel 2000 l’Associazione degli imprenditori pubblicò un testo sulla politica familiare in cui si esprimeva a favore degli asilinido. Nel 2003, la Confederazione ne propose il finanziamento e nel 2005 un manuale sull’argomento di Avenir Suisse (Einmaleins der Tagesschule risp. L’école à journée continue) venne spedito a tutti i comuni svizzeri. La ripresa economica ha fatto sì che i responsabili politici ed economici si rendessero conto della mancanza di luoghi in cui poter collocare i bambini. Tutte le città svizzere più importanti stanno attualmente creando un’offerta di strutture diurne che rispondano alle esigenze dei singoli quartieri e in molti cantoni anche i comuni più piccoli si stanno organizzando.
La situazione nelle scuole della Svizzera francese
Da tempo che i cantoni romandi sono impegnati nella creazione di strutture di accoglienza extrascolastiche.
Il cantone Vaud è all’avanguardia nell’organizzazione e nel finanziamento dell’accoglienza pre e parascolastica nell’ottica della nuova legge sull’accoglienza diurna dei bambini (2006), oltre che nella creazione della Fondation pour l’Accueil de Jour des enfants. Costituita alla fine del 2006, la Fondation è incaricata di favorire e sostenere lo sviluppo
di posti di accoglienza e di erogare i fondi necessari a creare un’offerta sufficiente, che è in costante aumento da qualche anno. L’introduzione della scuola infantile obbligatoria a partire dai quattro anni aprirà anche la via ad una armonizzazione degli orari scolastici e all’introduzione dell’orario continuato a scuola.
La città di Losanna ha introdotto il concetto di accoglienza per bambini in ambito scolastico (Acceuil pour enfants en milieu scolaire: APEMS). Esso tuttavia differisce dal modello tedesco, soprattutto per il fatto che i luoghi di accoglienza non si situano obbligatoriamente nel complesso scolastico. Così parrocchie, refettori o semplici appartamenti sono stati “requisiti” per accogliere i circa 1500 bambini losannesi dalle 7 alle 8.45, dalle 11 alle 14 e dalle 15.45 alle 18.30. Nel resto del cantone i luoghi di accoglienza parascolastici sono in netto aumento.
Il cantone e la città di Ginevra propongono da molto più tempo luoghi di accoglienza parascolastici organizzati e finanziati dal GIAP (Groupement intercommunal pour l’animation parascolaire). Una mozione del partito radicale e un’iniziativa popolare domandano l’introduzione dell’orario continuato e la presa a carico extrascolastica dei bambini in collaborazione con varie associazioni.
Neuchâtel, Vallese, Giura e Friborgo dispongono di una legislazione specifica concernente l’accoglienza dei bambini e di regolamentazioni che permettono di finanziare dei luoghi di accoglienza pre e parascolastici. Queste strutture sono chiamate Unité d’Accueil pour Ecoliers (UAPE).
Quel che si propone la CDPE con HarmoS
L’ art. 11 del concordato HarmoS (Blocchi orari e strutture diurne) recita:
cpv. 1 Nel grado elementare è privilegiata nell’organizzazione dell’insegnamento la formula dei blocchi orari.
cpv 2 Un’offerta appropriata di presa a carico degli allievi è proposta al di fuori dell’orario d’insegnamento (strutture diurne). L’utilizzazione di questa offerta è facoltativa e comporta di principio una partecipazione finanziaria da parte dei titolari dell’autorità parentale.
Disparità di opportunità nella scuola dell’obbligo svizzera
Parità di opportunità nella formazione significa che ogni bambino, indipendentemente dalle sue origini familiari e culturali, abbia le stesse possibilità di concludere con successo il suo percorso scolastico. Questa è una delle tre dimensioni del sistema educativo che la CDPE vuole analizzare attraverso il monitoraggio della formazione (art. 10 del concordato HarmoS). La creazione di uguali possibilità per tutti è importante eticamente ed economicamente. Tanto più i bambini sono in grado di assolvere il periodo scolastico obbligatorio con successo e sono in grado di intraprendere una carriera professionale che li renda economicamente indipendenti, tanto meglio andrà l’economia del paese. Questa relazione è dimostrata da Wössmann (2007) con analisi statistiche dei risultati di PISA 2000.
Proprio a questo proposito la Svizzera nel confronto internazionale fa una pessima figura e si colloca fra quei paesi in cui la differenza fra le prestazioni dei migliori e quelle dei peggiori allievi è più grande. Le origini famigliari sono il fattore più importante per spiegare le prestazioni scolastiche e ciò significa che in Svizzera lo stato sociale dei genitori viene trasmesso ai figli e che la scuola è ininfluente.
Numerose misure sono in discussione per ovviare a questa situazione. Gli esperti dell’educazione sono unanimi nel considerare indispensabili una scolarizzazione precoce, un’offerta formativa per i bambini in età prescolastica e la rinuncia a differenziare nella Sekundarstufe I.
Quanto le strutture diurne possano influenzare le prestazioni scolastiche e lo sviluppo dei bambini è attualmente oggetto di indagine: in Germania con il progetto “StEG STudie zur Entwicklung von Ganztagsschulen” (wwww.projektsteg.de) e in Svizzera con un progetto del Fondo nazionale “EduCare – Qualität und Wirksamkeit familiärer und ausserfamiliärer Betreuung von Primarschulkindern” (http:www.educare-schweiz.ch/).
Le strutture diurne favoriscono le pari opportunità nella formazione?
La questione in fondo non è se le strutture diurne prestano un contributo alle pari opportunità formative, ma piuttosto in quale misura e con quali premesse lo fanno. Lo scopo non può essere solo quello di disporre per i bambini di un luogo sicuro, ma di creare nuove strutture accanto alla scuola, come la mensa e l’assistenza pomeridiana, e inglobarle in un progetto pedagogico. Questo non significa prolungare l’insegnamento nel tempo libero, significa piuttosto che il personale debba riconoscere i bambini come esseri in formazione e di conseguenza aiutarli a progredire. Integrando obiettivi formativi nel concetto di accoglienza, si creeranno maggiori opportunità formative per le seguenti ragioni:
– grazie alle strutture diurne ci sarà più tempo per la crescita individuale. I bambini potranno seguire meglio i loro interessi precipui e imparare autonomamente. In tal modo la loro autocompetenza viene rafforzata e vengono preparati ad
imparare durante tutta la vita.
– Molti bambini non sono assistiti ancasa nel tempo libero e cercano dinovviare alla noia con la televisione e con giochi al computer. Ne consegue che c’è un tempo della vita che rimane inutilizzato e che i bambini sono nel peggiore dei casi esposti a scene di violenza e di sesso.
– I bambini nelle strutture diurne hanno la possibilità di passare più tempo con altri bambini: imparano a relazionare e a crearsi il loro posto nel gruppo. Questo aumenta la loro competenza sociale, ciò che invece spesso difetta nelle famiglie in cui ci sono solo uno o due bambini.
– Per i bambini alloglotti aumenta il tempo in cui essi possono imparare la lingua del territorio e hanno anche maggiori possibilità di integrarsi nella cultura svizzera.
– La promozione della salute nelle strutture diurne ha naturalmente un posto preciso. Lavarsi le mani, pulirsi i denti diventano parte della routine quotidiana. La scuola curerà un’alimentazione sana ed equilibrata e il personale sarà un modello di comportamento.
Struttura diurna per tutti – gratis
L’associazione Tageschulen Schweiz ha festeggiato l’anno scorso il suo ventennio di esistenza. In questa occasione ha pubblicato un opuscolo dal titolo «Tagesschulen für alle – gratis» (“Struttura diurna per tutti – gratis”), in cui si postula che le strutture diurne facciano parte integrante dell’offerta della scuola svizzera. Molto spesso le tasse d’iscrizione scoraggiano i genitori a iscrivere i loro figli. Affinché la Volksschule possa offrire a tutti buone occasioni formative, le struttura diurne devono diventare appannaggio di tutti.
Siamo consapevoli che la loro introduzione non potrà avvenire da un giorno all’altro su tutto il territorio. È l’esperienza degli ultimi trent’anni a dimostrarlo. La strategia della CDPE, di creare un’offerta di luoghi di accoglienza commisurati alle esigenze e integrati nelle scuole, è un passo nella giusta direzione. Nella misura in cui queste offerte saranno di buona qualità, verranno sempre più utilizzate e se i luoghi di accoglienza lavoreranno all’unisono con le scuole, si creeranno scuole diurne. La questione, se debbano essere a pagamento o meno, si porrà alla CDPE al momento in cui saranno utilizzate dalla maggioranza degli allievi.
Il presente articolo è stato pubblicato in Verifiche.ch, n° 5, novembre 2008, Mendrisio
Bibliografia
CDPE, Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione, Accordo intercantonale sull’armonizzazione della scuola obbligatoria (concordato HarmoS), 2007
Wössmann Ludger, Letzte Chance für gute Schulen, Zabert Sandmann, 2007