Il salto di classe è una soluzione utile ed efficace, specie se effettuato presto. I bambini che così accorciano un ciclo, senza soffrire di disturbi associati, si sentono meglio con i ragazzi più anziani, o non presentano alcuna modifica sostanziale nelle relazioni. Quindi si può dire che il salto di classe ha un effetto positivo sulla socializzazione dei bambini API.
In verità per molti la questione della de-socializzazione non si pone nemmeno, in quanto trattasi di bambini isolati, con poche amicizie, o nessuna, nella propria classe di riferimento. Il trovarsi in una classe superiore, con il programma scolastico relativo, permette a questi soggetti di ritrovare un ambiente stimolante ed arricchente.
Certamente il salto di classe non deve essere l’unica misura di aiuto in quanto, a seconda del potenziale del bambino, potrebbe rivelarsi necessario in maniera ripetuta. Cosa del resto accettata solo in determinate regioni, o paesi (in Ticino un anno solo).
Il salto di classe mira poi all’accelerazione del curricolo, ma non necessariamente agli approfondimenti e nemmeno all’arricchimento. Non investe poi tutta la dimensione dei disturbi correlati possibili e sulle modalità di funzionamento cognitivo di questi ragazzi (trattamento sequenziale o arborescente, velocità, meta-cognizione, eccetera). Per questi allievi, una corretta programmazione non deve mirare unicamente alla accelerazione, deve mantenere l’attenzione sulla natura e il funzionamento della intelligenza.
La ricerca di Jankech indica un miglioramento in 4 aree:
- le relazioni
- il comportamneto
- i risultati scolastici
- l’attitudine rispetto l’impegno.
I miglioramenti rispetto le relazioni sono piuttosto sorprendenti quando si pensa che le autorità rifiutano il salto di classe con la paura di de-socializzare i ragazzi.
I segni considerati “immaturi” sono sovente delle reazioni (reattive) del ragazzo relative al suo non adattamento alla scuola.
In un recente studio, effettuato nel cantone di Ginevra, Svizzera (V. Jendoubi, A. Jaunin, N. Jagasia, Le saut de classe à l’école primaire genevoise Etude rétrospective sur 17 ans de dispense d’âge (1993-2009), Département de l’instruction publique, de la culture et du sport – Service de la recherche en éducation, 2013), gli autori concludono che:
- tutti gli attori incontrati considerano che il salto di classe è tanto più efficace quanto precoce;
- ma nello stesso tempo è tanto più assicurato quanto più richiesto in maniera tardiva;
- il salto di classe è stato efficace nell’80% dei casi;
- solo il 3% ha poi bocciato;
- i risultati agli esami sono uguali se non superiori a quelli dei compagni;
- il QI è superiore a quello dei compagni di classe (che hanno un anno in più);
- i docenti di accoglienza danno per lo più un giudizio positivo
- le maggiori resistenze sono dell’ordine dell’autonomia, la paura che il bimbo non sappia
lavorare da solo. - E’ importante valutare il salto, caso per caso;
- Il tasso di accettazione della richiesta di salto è passato dal 36% al 70%.
Sempre C. Jankech ha trovato analoghi risultati in una replica della sua ricerca (2011)