Giovanni Galli
La batteria di test NEPSY-2 per la valutazione dello sviluppo neuropsicologico in età evolutiva, fra varie cose, viene utilizzata per misurare le abilità di attenzione e concentrazione.
Nella valutazione di plusdotati supposti ADHD notiamo una costante presenza di “falsi postivi”: cioè molti ipotetici profili ADHD danno come risultato performance normative senza problemi di attenzione e concentrazione.
A mio modo di vedere la situazione di lavoro bilaterale, tra utente ed esaminatore, è strutturalmente rigida e condotta dall’esaminatore. Non è una situazione ecologica. Non è comparabile con il lavoro di attenzione e concentrazione che il giovane mette in una situazione autonoma (quindi quando è da solo, magari saltando di palo in frasca), oppure in una situazione scolastica che può essere multisensoriale per la presenza di tante persone.
Oltretutto nella NEPSY-2 le sotto prove (interessanti) sono tutte molto brevi. Quindi mobilitano l’attenzione e la concentrazione su tempi ridotti. Ciò è comparabile con un problema di attenzione concentrazione a lungo termine? come può essere quello richiesto durante l’esecuzione di un compito, o di un problema , od i un ragionamento e così via? oppure l’attenzione che viene richiesta di fronte alla lezione frontale, dove il giovane deve stare zitto? Come la mettiamo con l’attenzione sostenuta?
In pratica la NEPSY-2 propone una situazione direi “mono sensoriale”, principalmente e saldamente di attenzione eterodiretta dall’esaminatore. Invece andrebbe misurare l’attenzione e la concentrazione in situazione “multisensoriale”, come la classe, oppure vedere come il giovane lavoro da solo senza relazione con l’altro.
La NEPSY-II, nasce ha un impianto fortemente standardizzato, controllato e diadico, concepito per valutare processi neuropsicologici specifici in condizioni di test strutturate. È utilizzata per discriminare deficit o disturbi in bambini con sviluppo atipico, ma nel caso dei plusdotati, il problema è opposto: non tanto l’individuazione del deficit, quanto la comprensione della modulazione funzionale dell’attenzione in contesti diversi.
Esaminiamo alcuni punti centrali:
1. Contesto di somministrazione e rigidità relazionale
La NEPSY-II è una situazione eterodiretta: l’adulto guida, struttura, delimita il comportamento.
Per molti bambini ad alto potenziale questa cornice attiva un comportamento “compiacente”, adeguato, conforme e altamente focalizzato, che maschera eventuali difficoltà di autoregolazione o di mantenimento dell’attenzione in ambienti non guidati.
Si tratta di un contesto poco ecologico, dove il soggetto si adatta all’“occhio” valutativo e non mostra la propria variabilità attentiva reale.
2. Durata breve e frammentazione delle prove
Le prove della NEPSY-II — ad esempio “Attenzione visiva” o “Attenzione uditiva e set shifting” — durano pochi minuti, attivando una concentrazione reattiva e momentanea, non quella sostenuta o autogestita richiesta da un compito scolastico o creativo.
La performance quindi misura più la capacità di attivazione immediata che la tenuta attentiva prolungata, dove molti plusdotati possono mostrare difficoltà legate alla noia, all’iperstimolabilità o alla fluttuazione motivazionale.
3. Assenza di componente multisensoriale
Il compito NEPSY-II è “mono sensoriale”, spesso visivo o uditivo, e, soprattutto, decontestualizzato.
Non tiene conto del carico sensoriale complesso (visivo, uditivo, sociale) tipico di un’aula o di un laboratorio. Nei plusdotati, la sovra stimolazione o la iper-percezione sensoriale modulano l’attenzione, ma questi aspetti non emergono nel setting “pulito” e silenziato del test.
4. Attenzione eterodiretta vs autodiretta
La NEPSY-II misura l’attenzione eterodiretta, cioè la capacità di rispondere a stimoli esterni imposti.
Ma nei plusdotati è spesso l’attenzione autodiretta (legata alla curiosità, all’interesse intrinseco, alla costruzione di senso) quella realmente significativa.
Molti mostrano una flessibilità attentiva elevata, ma selettiva: ipermnestica per ciò che li interessa, ipoattiva per ciò che non li coinvolge.
Questa dimensione qualitativa sfugge completamente alla NEPSY-II.
5. Falsi negativi o falsi positivi
L’osservazione di falsi positivi (“normali” ai test ma con difficoltà reali nel contesto scolastico) non è rara: il profilo cognitivo del plusdotato, soprattutto se ad alto IRP o IVE, consente di compensare nei test strutturati grazie a strategie metacognitive o intuitive.
Quindi, la NEPSY-II rischia di normalizzare un funzionamento che, in realtà, mostra difficoltà ecologiche in contesti meno controllati e più lunghi.
6. Prospettiva integrativa
Una valutazione più aderente alla realtà attentiva dei plusdotati dovrebbe includere:
Osservazione ecologica (classe, laboratorio, contesti di autonomia)
Questionari contestuali (es. BRIEF-2, Conners, CEFI per le funzioni esecutive,)
Compiti a risposta aperta o di problem solving lungo
Analisi qualitativa della motivazione e delle condizioni di engagement
In sintesi: se la NEPSY-II è utile per escludere deficit neuropsicologici classici, difficilmente misura la qualità e la variabilità dell’attenzione e concentrazione nel soggetto plusdotato, perché non coglie la sua ecologia cognitiva e relazionale.
L’utilizzazione della NEPSY-II mette in luce un limite metodologico e epistemico della batteria (un punto di svolta per ripensare le metriche di valutazione dell’attenzione in questi profili).
In sintesi:
- Nei plusdotati, la struttura del test può mascherare una discontinuità ecologica (falsi “normali”).
- Negli ADHD, la struttura del test può mascherare una discontinuità funzionale (prestazioni “nella norma” in setting controllati ma non nella vita reale).
Alcuni articoli per approfondire
- Intelligence and Executive Functions: A Comprehensive Assessment of Intellectually Gifted Children (2023)
- Practitioner review: Do performance-based measures and ratings of executive function assess the same construct?(2013)
- Executive Functions: What They Are, How They Work, and Why They Evolved. (2012)
- Characterizing cognition in ADHD: Beyond executive dysfunction (2006)
- Causal models of attention-deficit/hyperactivity disorder: From common simple deficits to multiple developmental pathways.(2005)
- The ecological validity of tests of executive function. (1998)
- Differences in Parents and Teachers’ Perceptions of Behavior Manifested by Gifted Children with ADHD Compared to Gifted Children without ADHD and Non-Gifted Children with ADHD Using the Conners 3 Scale
- ADHD and giftedness: a neurocognitive consideration of twice exceptionality (2013)
- What does the Developmental Neuropsychological Assessment‑II (NEPSY‑II) measure in children ages 7 to 12? A structural and psychometric analysis (2024)
- Sustained attention in intellectually gifted children assessed using a continuous performance test (2013)
- Multimethod Assessment of Attention, Executive Functions, and Motor Skills in Children With and Without ADHD: Children’s Performance and Parents’ Perceptions (2021)
Brevi commenti relativi agli articoli
- Il fatto che i test strutturati (come nel caso della NEPSY‑II) possano dare risultati “normali” anche in presenza di difficoltà ecologiche è ben supportato dal dato che nei test “performance‑based” i bambini dotati non si differenziano sempre da quelli medi, mentre nei rating quotidiani/vita reale emergono maggiori difficoltà. (vedi “Intelligence and Executive Functions”).
- Il punto sulla “attenzione in contesti controllati” versus “attenzione in contesti naturali, multisensoriali, autogestiti” è implicito nelle riflessioni sulle “twice exceptionality” e nei paragrafi che segnalano che la standardizzazione del test può ignorare la variabilità ecologica.
- Il riferimento sulla NEPSY‑II (What does NEPSY‑II…) è utile perché chiarisce che la batteria ha una struttura multidimensionale ma che ciò non ne garantisce l’ecologicità o la capacità di cogliere tutti i profili.
- La validità ecologica dei test neuropsicologici è spesso messa in discussione: ad esempio, in uno studio (Multimethod Assessment…) si è visto che i questionari dei genitori mostrano maggiori differenze mentre i test “in laboratorio” meno.
- Il concetto che nei bambini dotati l’“attivazione” immediata dell’attenzione possa essere elevata in setting testuali ma che la sostenibilità nel tempo o la gestione autonoma non vengano misurate, è supportato dallo studio “Sustained attention…”.
- È utile richiamare che la plusdotazione, così come la “due volte eccezionalità”, pone sfide specifiche di valutazione: gli strumenti standard possono normalizzare prestazioni elevate o “camuffare” difficoltà in contesti più complessi. (vedi ADHD & giftedness)
Giovanni Galli, novembre 2025