anno V numero 37, 6 dicembre 2002, Giovanni Galli
Che il traffico faccia male non dovrebbe più essere in discussione. Sappiamo dei tassi di inquinamento, delle malattie di respirazione, degli infortuni, delle sordità, del nervosismo, ecc … che questo causa.
Ma forse tanti cittadini abituati da questi discorsi li credono un allarmismo inutile visto che comunque tirano avanti a campare senza troppi patemi. E che comunque a lavorare ci devono andare e per questo usano l’auto.
Facciamo allora un po’ di conti.
Gli incidenti stradali causano costi per oltre 12 miliardi di franchi ogni anno. Questo quanto appare dallo studio presentato da Pierre Alain Rumley, direttore dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale.
Questi costi sono causati al 99% dal traffico stradale. Questi costi sociali comprendono le spese mediche, quelle di assicurazione, quelle di polizia e giustizia.
Questi costi corrispondono poi a 597 morti e a 100 mila persone ferite (10 mila gravi) nel 1998 (100 000 feriti = 100 000 interventi sanitari).
Ebbene quanto fa 12 miliardi diviso 6 milioni 800 mila (il numero di cittadini residenti in svizzera, anziani e lattanti compresi)?
Vale a dire 12 000 000 000 diviso 6 800 000 è uguale a 1764,70 franchi. Ogni cittadino mediamente contribuisce quindi con 1764,70 franchi a finanziare i costi sociali dovuti agli incidenti stradali. Cioè questa cifra definisce il costo pro capite della insicurezza stradale, e ciò ogni anno (i costi sono poi molto superiori perché i genitori pagano pure per i loro figli).
Quale allora la lezione da trarre?
Non fare sapere al cittadino che:
1) la lobby automobilistica può ritenersi direttamente alleata con il mercato della salute. Fra altre cose concorre nell’aumento dei premi delle casse malati (oltre che favorire la produttività ospedaliera, numero posti letto occupati, produzione di arti meccanici e di altre protesi, di carrozzelle, ecc …)
2) il cittadino, operaio, impiegato, quale che esso sia, contribuisce con il suo salario a mantenere vivo ed interessante questo mercato.
Per finire diciamo così
Il mercato sanitario e la lobby dell’automobile traggono vantaggio (loro malgrado) dall’elevato numero di incidenti stradali. Un numero di incidenti elevato rappresenta la cosiddetta “massa critica” che rende interessante degli investimenti pubblici. Vale a dire che con un numero elevato di incidenti e di disagi possono richiedere maggiori investimenti infrastrutturali (specialmente stradali).
Certo che i cittadini salariati (e non) meglio farebbero a richiedere a viva voce un potenziamento generalizzato e incondizionato dei trasporti pubblici a corto raggio (casa lavoro per intenderci, o diciamo di un raggio medio di 20 chilometri?). Ciò andrebbe a tutto vantaggio della qualità della vita ma pure delle proprie saccocce.