Giovanni Galli, 24 aprile 2013
Che cosa definisce la tolleranza? E’ un valore in sé, è un valore assoluto? E’ sempre da vedersi positivamente? Vediamo alcuni sinonimi:
Tollerare: sopportare, pazientare, comprendere, accettare, accogliere, ammettere, approvare, permettere, accettare con pazienza ed indulgenza;
Tolleranza: qualità per cui si permettono e si accettano idee ed atteggiamenti diversi dai propri, o si dimostra comprensione per gli errori e difetti altrui (pazienza, sopportazione, adattabilità, arrendevolezza, indulgenza, accondiscendenza, comprensione, liberalità);
Tollerato: ammesso, giustificato, accolto, accettato.
Tutto ciò rimanda ad un aspetto etico-morale e sociale positivo, che permette cioè ad un individuo differente di stare e vivere in un sistema.
In biologia, la questione della tolleranza è la questione dell’assimilazione di una sostanza e della capacità dell’organismo di accettarla. È qualcosa che mette in funzione il sistema immunitario. Allora il sistema funziona sviluppando degli anticorpi e spingendo l’organismo ad una regolazione che gli permetterà di assimilare la sostanza nociva.
Oppure il sistema immunitario non può più funzionare. E allora: o il sistema soccombe, completamente intossicato e muore; oppure espelle la sostanza, vomita, suda, sviluppa febbre, in qualche maniera agisce al fine di allontanare il pericolo (anafilassi).
La questione dell’intolleranza diventa quindi quella dell’allergia.
Una domanda cruciale per una scuola che si vuole democratica, è la seguente:
quali privazioni dei diritti pedagogici,
quali limiti di questi diritti,
per chi e in che luogo,
si è pronti a tollerare ed accettare una riduzione di questi diritti?
In Ticino il 15% dei quindicenni (PISA 2000, Maccagno 1993) esce dalla scuola dell’obbligo (scuola media) con gravi difficoltà nella lettura. Ma i dati relativi a tutto il mondo occidentale (USA in testa) indicano dati che variano dal 15 al 20% di adulti con serie difficoltà nell’ambito delle competenze di lettura.
Un sistema scolastico che sforna il 15% di quindicenni con gravi difficoltà nell’ambito della lettura come va definito?
Il nostro sistema funziona ancora, malgrado questo 15%, e lo tollera. Lo tollera senza sviluppare eccessive anafilassi, magari creando qualche classe per giovani ragazzi comportamentali.
Ciò è intollerabile. Il sistema scolastico tollera questo 15%. Lo accetta (senso etico morale), lo sopporta dunque (senso funzionale). È un sistema che non sviluppa allergie. Guarda con “indulgenza” lo smacco scolastico, convive con esso.
Dobbiamo con ciò e perciò dire che questa tolleranza propone un sistema positivo?
Il sistema scolastico ticinese è un sistema integrativo. Per fortuna ancora! Se il sistema dovesse permettersi di espellere questi “agenti patogeni” si dimostrerebbe intollerante.
Ma l’espulsione di questi agenti, si sa, dovrebbe comportare altri meccanismi di elaborazione e smaltimento, meccanismi esterni alla scuola degli stessi. Questo costa.
Attualmente si persegue lo status quo, non si integra nulla, si lasciano andare le cose come stanno.
Questa manifesta tolleranza in verità è selezione, abbandono, spreco, scarto.
Un recente studio svedese ha confermato che la riduzione del numero di allievi per classe è una misura efficace per la riuscita degli alunni!
E’ forse noto che il ministro ticinese dell’educazione Bertoli voleva ridurre il numero di allievi per classe, già a partire dal prossimo anno scolastico.
Ma è forse meno nota la denuncia dello stesso rispetto ai ritardi accumulati dalla Commissione scolastica del Gran Consiglio, che appunto ha determinato un rinvio (per ora indeterminato) di questa riduzione.
È che non si fa la polenta senza paiolo …
Riferimenti per chi volesse approfondire
Eloge statistique des petites classe, di Nico Hirtt
Long-Term Effects of Class Size
La prova STAR: La grandezza delle classi è determinante per la riuscita degli alunni