La competenza definisce la capacità di portare a termine una funzione, un insieme di compiti. Tradizionalmente, è vista come il risultato della padronanza di conoscenze, di saper-fare, di comportamenti adeguati ed esperienze pratiche.
Ma dalla fine del XX° secolo, questo buon senso ha lasciato il posto a una nuova interpretazione del termine “competenza”. Ora, ciò non significa più solo una somma di saperi efficaci ma, sempre più, una sorta di capacità astratta di mobilitare delle conoscenze (qualunque esse siano). Ciò che caratterizza “l’approccio delle competenze”, che s’impone negli anni 1990, è che gli obiettivi educativi non sono più dell’ordine di contenuti da trasferire, ma piuttosto una capacità di azione da raggiungere.
Una competenza non si riduce né a dei saperi, né a dei saper-fare o a dei comportamenti. Questi non sono che delle “risorse”, che l’allievo non deve necessariamente “possedere”, ma che deve essere in grado di “mobilitare”, in un modo o nell’altro, per la realizzazione di un compito particolare.
Questo punto di vista sulle competenze, benché rimandi all’idealismo filosofico sul piano epistemologico, ha una solida base materiale: lo sviluppo delle forze produttive del capitalismo moderno lo porta a promuovere la flessibilità e l’adattabilità della mano d’opera, piuttosto che la sua qualifica professionale o la sua cultura generale.
Nel mondo della scuola dell’obbligo, l’approccio delle competenze porta a minimizzare l’importanza delle conoscenze, rendendone l’accesso ancora più dipendente dalle origini sociali degli allievi.
L’approccio delle competenze si distingue radicalmente dalla pedagogia “costruttivista”. Benché entrambi gli approcci sottolineano l’importanza dell’attività pratica dell’allievo, lo fanno in una visione diametralmente opposta: – il costruttivismo mette gli allievi a lavorare su di un problema, al fine di incoraggiare e facilitare l’acquisizione di conoscenze;
– nell’approccio delle competenze l’attività non è più un mezzo ma un fine e la conoscenza è relegata ad uno strumento occasionale.
Dietro la somiglianza del discorso si trova un’opposizione frontale sulle finalità della formazione: rendere l’allievo capace di comprendere il mondo o renderlo più efficace, nella risoluzione di una classe di compiti? Capacità di giudizio critico o capacità produttiva?