anno VI numero 46 – 14 novembre 2003, Giovanni Galli
Oggi scrivo il mio pezzo a partire da due recenti fatti occorsi a Locarno.
Il primo concerne l’ennesimo rifiuto del Municipio alla richiesta di spazi per l’autogestione. Vittima di quest’ultimo rifiuto il gruppo “Lokarno autogestita” che aveva richiesto degli spazi presso l’ex-macello. Negli anni passati la stessa triste sorte era toccata ad altre analoghe richieste. La risposta del Municipio non sorprende. Essa corona una politica di sistematico rifiuto e boicotto delle richieste politico-culturali-sociali dei giovani (nel migliore dei casi il comune sa furbescamente temporeggiare per non decidere).
Considerando il preistorico “cantiere della gioventù”, sono almeno 30 gli anni di latitanza, gli anni di richieste, risposte e attese disilluse (tra le prime richieste per l’ex macello quelle di Obliquo, Spazio, Elettra negli anni ’90, ma pure altre si sono volatilizzate).
Il Municipio poi certo della sua forza scrive che: «per motivi igienici di sicurezza (impianti elettrici obsoleti, inadeguatezza e carenza dei servizi igienici, assenza di impianto di riscaldamento) non è atta a recepire altre attività»; scrive poi che sono pure esclusi investimenti per la non «economicità del rapporto investimento-redditività».
Quindi:
1) qualcuno ha lasciato deperire gli stabili, la responsabilità è dunque tutta, e belle buona, del Municipio;
2) gli argomenti adottati sono pretestuosi (quindi menzogneri). Se veramente il Municipio si preoccupasse della salute dei giovani avrebbe già dovuto proporre altre soluzioni (e non solo una volta dal 1990 ad oggi); quindi:
3) il Municipio non ha nessuna intenzione di promuovere forme di aggregazione giovanile;
4) i giovani non rappresentano una fonte di reddito. Alla faccia dell’educazione…;
Il secondo fatto concerne la demolizione dello stabile ex officine Fart, ubicata nel quartiere di Sant Antonio. Lo stabile è sede dell’associazione culturale la Rada. Associazione che si è fatta promotrice di concerti e altre manifestazioni culturali di valore. Associazione che riceve proventi finanziari pubblici a dir poco ridicoli. Lo stabile verrà spianato per fare posto a dei posteggi. Tale demolizione è in progetto da anni.
Ecco qua due fatti ufficiali, politici. Nel loro sprezzante rifiuto e dileggio raccontano molto. Raccontano che da anni a Locarno la programmata e sperimentata politica giovanile si riduce a concedere qua e là qualche permesso per delle serate (e ciò si giustifica vista la non “economicità del rapporto investimento-redditività”), specie se gestite da qualche “agenzia giovanile” quale diario e tazebao.
In parallelo la politica culturale di Locarno di quest’ultimi anni si è distinta con la messa in opera e la realizzazione di ripetuti non-luoghi: la rotonda, il porto regionale, i posteggi, e non da ultimo le sale giochi (questa sicuramente ad alta redditività). Non meraviglia allora che nuovi traguardi vengano a solleticare i sogni del “nuovo che avanza”. La demolizione dello stabile ex Fart è il coronamento, un fiore all’occhiello, della politica culturale di Locarno.
Ancora una volta le autorità insegnano: prima di trattare, prima di mediare una soluzione, opportuno è occupare.
Se 30 anni vi sembran pochi…