anno VI numero 27 – 4 luglio 2003, Giovanni Galli
Prima selezione
In questi giorni sono emersi esemplari dati sull’analfabetismo funzionale. Appare che un terzo degli allievi che hanno terminato la scuola dell’obbligo in Svizzera non sono in grado di comprendere un testo semplice. Appare che il 9,1 per cento della popolazione autoctona e il 63 per cento degli immigrati rientrano nella categoria con più gravi problemi di lettura e scrittura (dati rilevati nel dicembre 2001 dallo studio Pisa). Appare che lo status professionale dei genitori incide massicciamente sulle prestazioni degli allievi, vale a dire: per avere successo a scuola è meglio avere genitori svizzeri e ricchi.
Seconda scrematura
Le proposte fatte per schivare questa selezione vanno dall’aumento del numero di anni di scuola, promuovendo la frequenza alle scuole dell’infanzia a tre anni per tutti; alla riduzione degli allievi per classe; a misure sociali che portino al rafforzamento degli asili nido, delle mense e dell’assistenza agli allievi al di fuori dell’orario scolastico; a più modesti incoraggiamenti alla lettura, ecc …
Secondo quanto riportato occorrono da 1,2 a 1,9 miliardi di franchi di investimenti per colmare queste disparità.
La soluzione sembra essere quella di avere più scuola primaria (non si dice però che la selezione colpisce impietosamente specie a partire dalle scuole medie). Intenzione giusta, auspicabile e fattibile. Saranno investiti questi soldi?
Terza selezione
Altri sono però i costi per le famiglie. Tasse scolastiche, mensa, biglietto del trasporto pubblico, ecc … sono oneri diretti (in aumento). Oneri che bloccano facilmente le velleità di studio di qualche figlio di immigrato alle scuole secondarie e superiori … Mantenere poi un figlio all’Uni diventa una vera e propria corvée.
Non si pensa di aumentare gli anni di scolarità allungandola dopo i 15 anni, come nemmeno di investire globalmente maggiori mezzi finanziari per l’adolescenza, età notoriamente fonte di tribolazioni.
Va dunque bene investire per la prima infanzia (in via del tutto ipotetica), a 15 anni però immettiamo mano d’opera a buon mercato sul mercato. Si sa: il salario è inversamente proporzionale al numero di anni di scuola frequentati …
Quarta selezione
Ci sono poi i corsi di riqualificazione per gli adulti, di alfabetizzazione, ecc … Ma sappiamo bene che in definitiva questi servono per meglio spremere i limoni.
Quello che non si insegna è come si vogliono colmare le disparità di salario, le condizioni di lavoro, la qualità di vita delle famiglie povere, dei disoccupati e così via; l’accesso alla cultura è caro (i libri, il teatro, i concerti, i dischi, costano), la casa è rara e cara.
Somministrare la medicina non equivale a sradicare la malattia.
Rivendicare migliori condizioni di lavoro e qualità della vita … ecco altre cure e pedagogie da perseguire.